L’assessore allo Sviluppo economico di Regione Lombardia, Guido Guidesi, 42 anni, originario di Codogno, uno dei centri più colpiti dal virus di Wuhan, già parlamentare nelle file della Lega nelle legislature XVII e XVIII, ha cortesemente risposto ad alcune nostre domande sulla situazione economica in cui versa la nostra regione pesantemente colpita dalla pandemia.
Assessore, quali sono le principali richieste che le fanno gli imprenditori nel corso delle visite che da diversi mesi sta facendo nelle loro aziende?
Durante le prime tappe del tour ho riscontrato un grande entusiasmo, proposte e spirito d’iniziativa da parte degli imprenditori; ognuno di loro ha ovviamente singole esigenze rispetto alla loro attività e alla loro operatività. Le principali richieste riguardano gli aiuti allo sviluppo dei loro percorsi produttivi come ad esempio la digitalizzazione, le infrastrutture, l’abbattimento dei costi energetici e la formazione professionale, ma devo dire che queste visite servono anche a far conoscere agli imprenditori gli strumenti, messi a disposizione da Regione Lombardia, che spesso possono compensare queste esigenze.
Lei crede che, completato il piano di vaccinazione, si potrà pensare ad una ripresa senza più “stop and go”?
Penso proprio di sì, ma soprattutto me lo auguro anche perché lo “stop and go” non è più sostenibile, anzi non lo è mai stato, per le imprese e per le attività produttive.
Si parla di una nuova normalità, lei come traduce il significato di questo termine in campo produttivo?
Semplicemente avere una prospettiva, poter quindi organizzare la propria attività con una programmazione a medio lungo termine, elemento fondamentale per qualsiasi attività economica.
Non crede che le partite Iva, così tanto chiacchierate, dovrebbero essere maggiormente tutelate rappresentando un’importante parte di quella imprenditorialità capace di fare crescere il sistema produttivo?
Assolutamente sì. Le imprese fanno prodotto interno lordo, e conseguentemente gettito fiscale che serve a mantenere i servizi pubblici, e soprattutto danno e creano posti di lavoro per cui aiutare le partite Iva, aiutare le aziende vuol dire sostenere tutto il sistema. C’è un aspetto culturale che dobbiamo assolutamente combattere e sui cui dobbiamo lavorare: l’astio nei confronti delle patite Iva determinato soprattutto dai provvedimenti emanati dal Governo Conte II come ad esempio quello sulla responsabilità penale degli imprenditori per i contagi all’interno degli stabilimenti. Dobbiamo contrastare queste convinzioni e proprio il primo giorno del mio nuovo incarico ho dichiarato che le aziende troveranno in Regione Lombardia un alleato sempre e comunque.
Ammesso che sia nelle sue facoltà, che cosa ne pensa di realizzare una specie di cassa integrazione regionale per le categorie produttive meno tutelate?
In parte gli strumenti ci sono già. Regione Lombardia è stata la prima ad attuare alcuni strumenti che riguardano gli ammortizzatori sociali e l’accompagnamento rispetto ai lavoratori. Dobbiamo coniugare meglio il rapporto tra domanda e offerta di lavoro; pianificare meglio la formazione affinché sia più influenzata dalle aziende, come ad esempio avviene negli ITS (Istituti Tecnici superiori) che funzionano perfettamente e hanno una capacità funzionale dei loro studenti dal 92% in su.
Lei crede che l’economia circolare sia la via imprescindibile da imboccare per un futuro più tranquillo del nostro Paese?
Credo di sì perché l’economia circolare, su cui noi abbiamo fatto uscire uno strumento di supporto alle aziende, oggi è anche indotto, è un’occasione di mercato per le aziende e anche perché c’è molta sensibilità da parte dei consumatori rispetto a questo tema per cui è la direzione giusta dal punto di vista sociale, ambientale ed economico.
Renderci autonomi nella realizzazione di farmaci rafforzerebbe anche la forza contrattuale del nostro Paese nel mondo. A che punto è la produzione di vaccini nella nostra regione?
Noi abbiamo supportato le aziende lombarde, che hanno manifestato interesse, alla partecipazione ad una possibile filiera nazionale della produzione di vaccini; ora c’è un tavolo tecnico coordinato dal Ministero dello Sviluppo economico che si occupa di questo. L’autonomia ci potrebbe consentire una maggiore capacità di risposta nei confronti dei cittadini anche dal punto di vista della prevenzione.
(Nella fotografia Guido Guidesi assessore di Regione Lombardia allo Sviluppo economico)